Attualità

100 artisti per Carlo Rambaldi (con Caltagirone in prima fila)

La magia del cinema vive anche attraverso gli effetti speciali, elemento fondamentale per la vita di personaggi fantastici che vivono sullo schermo di una sala cinematografica e incantano milioni di spettatori. Carlo Rambaldi è il maestro italiano degli effetti speciali e una mostra a Vibo Valentia, curata da sua figlia Daniela nel centenario della nascita, ci restituisce l’incanto delle sue creazioni artistiche.

   

Quando e perché nasce la Fondazione Rambaldi? Cosa si propone di fare e quali iniziative sono state realizzate finora?

“La Fondazione Carlo Rambaldi è stata istituita nel 2014, due anni dopo la scomparsa di mio padre, con lo scopo di custodire e diffondere il suo patrimonio artistico e culturale. Rambaldi non è stato soltanto un maestro degli effetti speciali, ma un artista visionario capace di fondere tecnica e poesia, dando vita a creature indimenticabili che ancora oggi emozionano il pubblico di tutte le età. Attraverso mostre, progetti educativi, pubblicazioni e collaborazioni con realtà culturali italiane e internazionali, la Fondazione promuove la conoscenza della sua opera e dell’eredità creativa che ha lasciato. Tra le iniziative più significative figurano esposizioni al Palazzo delle Esposizioni di Roma, al Museo Nazionale del Cinema di Torino, a Los Angeles, e più recentemente a New York, con una collettiva che ha aperto le celebrazioni del centenario della sua nascita. In quell’occasione, la Fondazione ha presentato una scultura celebrativa che lo riporta idealmente tra gli artisti contemporanei. Oltre alle mostre, ci siamo impegnati nel restauro e nella conservazione di molte delle sue creature originali, rendendole accessibili a studiosi e al grande pubblico, e nella realizzazione di percorsi didattici per le nuove generazioni”.

   

Ad aprile si è tenuta una mostra a New York per il centenario della nascita di suo padre. Ora una nuova esposizione arriva a Vibo Valentia. Perché è stata scelta la Calabria? Ci sono differenze tra le due mostre?

“La mostra che si terrà al Palazzo Gagliardi di Vibo Valentia dal 17 luglio al 24 agosto è la seconda tappa del progetto “Art Exchange: America & Italy”, inaugurato lo scorso marzo a New York, al Culture Lab LIC, in apertura del centenario di Carlo Rambaldi. La scelta della Calabria ha un valore speciale. Non solo per il mio legame personale con questa terra autentica e generosa, ma anche perché fu proprio qui che mio padre scelse di trascorrere gli ultimi anni della sua vita, lontano dai riflettori, in un ritorno alla semplicità e all’essenza dell’arte. Volevamo che il centenario non fosse celebrato solo nelle grandi città internazionali, ma anche in luoghi capaci di accogliere e restituire un’umanità vera, in sintonia con lo spirito delle sue creazioni. Pur condividendo la stessa struttura curatoriale e buona parte degli artisti coinvolti, le due mostre sono state pensate in relazione ai contesti che le ospitano. A New York il focus era sull’incontro tra culture e linguaggi artistici; in Calabria, l’accento è più intimo e simbolico, legato al ritorno “a casa”, alla terra d’origine. L’allestimento sarà in parte differente e arricchito da elementi specifici legati al territorio”.

La mostra è un omaggio all’arte di Carlo Rambaldi. In che modo artisti italiani e americani lo ricordano? Le opere esposte sono ispirate esclusivamente alle sue creazioni? Che tipo di opere sono presenti e quanti artisti partecipano? Qual è l’età media dei partecipanti?

“La mostra è certamente un omaggio a Carlo Rambaldi, ma nasce come una collettiva più ampia, che celebra l’arte in tutte le sue forme e la visione degli artisti contemporanei coinvolti, italiani e americani. La Fondazione partecipa con una scultura simbolica, che rappresenta l’essenza dell’arte di mio padre e la sua pionieristica ricerca nella meccatronica. Un’opera che non lo raffigura come tecnico o “creatore di effetti”, ma come artista a pieno titolo, inserito tra gli altri creativi che oggi portano avanti nuove visioni, spesso figlie della stessa meraviglia che ispirava lui. Non abbiamo chiesto agli artisti di ispirarsi direttamente ai suoi personaggi, anche se alcuni hanno scelto spontaneamente di omaggiare icone come E.T. e King Kong. Espongono in tutto 100 artisti, proprio come gli anni che avrebbe compiuto mio padre nel 2025. Le opere spaziano dalla pittura alla scultura, dall’installazione alla fotografia. L’età media è intorno ai 45 anni: ci sono autori che hanno conosciuto Rambaldi da bambini, al cinema, e altri che lo hanno scoperto più tardi, attraverso l’home video o il digitale. Tutti, però, condividono la stessa fascinazione per un linguaggio capace di unire tecnica, cuore e immaginazione. Per me, questa mostra ha un significato ancora più profondo: è la prima volta che partecipo pubblicamente con una mia opera, e farlo proprio nel centenario di mio padre è stato un passo carico di emozione. Attraverso l’arte ho trovato un modo intimo e personale per dialogare con lui, restituendogli qualcosa di ciò che mi ha trasmesso, non solo come artista, ma come padre”.

Alla mostra partecipano tre artisti siciliani, tra cui il ceramista di Caltagirone Giacomo Porcelli che ha realizzato ‘Omaggio a Carlo Rambaldi’, opera diventata il logo della mostra.

Cosa rappresenta l’arte creativa di Rambaldi e cosa ha spinto a ricordarlo attraverso un’opera ?

Giada Albani di Vittoria: “Sono un’artista iperrealista. Ho sempre amato il disegno e la pittura sin da piccola e, crescendo, mi sono appassionata in particolare alla ritrattistica. Nel 2019 mi sono laureata con lode in arti visive, decidendo di approfondire il ritratto iperrealistico. Negli ultimi tempi ho scelto di integrare piccoli elementi surreali nelle mie opere, con l’intento di ampliare la dimensione psicologica ed emotiva dei miei soggetti. Ho partecipato a varie mostre ed eventi in Italia e in uno di questi ho avuto la fortuna di conoscere la giornalista Simona HeArt, che mi ha proposto di partecipare alla mostra di New York e Vibo Valentia.

   

L’opera che ho presentato per l’occasione si intitola ‘Il trascorrere inesorabile del tempo’, realizzata con tecnica mista (grafite, carboncino e acrilico bianco) e cattura l’essenza di un conflitto esistenziale: un anziano stringe con la mano il proprio volto, segnato dal tempo e pieno di crepe (elemento surreale), mostrando un disperato rifiuto verso l’ineluttabilità dell’invecchiamento e la caducità della vita. L’opera, essendo la mostra a tema libero, non è direttamente legata alla figura o alla storia di Carlo Rambaldi, tuttavia, essendo da sempre appassionata di cinema, mi sono sentita coinvolta emotivamente fin da subito. Partecipare a questo evento mi ha permesso di conoscere Daniela Rambaldi, figlia del grande artista e curatrice della mostra (assieme a Simona HeArt e Tess Howsam), la cui dolcezza e pazienza mi hanno colpita sin dal primo momento. Spero di avere in futuro nuove occasioni per collaborare con lei”.

Adele Leanza di Catania: “Nasco e cresco a Catania, fin quando nel 1981, il lavoro mi porta a trasferirmi a Reggio Calabria, dove tutt’ora vivo e faccio parte del movimento Gaudio Umanesimo. Proprio l’anno successivo al mio trasferimento, colui che sarebbe diventato mio marito, conscio della mia passione per la fantascienza, m’invita al cinema per la prima volta. Vedemmo “E.T. l’extra-terrestre” e lì il genio di Rambaldi si incastonerà per sempre nella mia vita. Il piccolo alieno che inizialmente spaventa, ma subito dopo conquista, con i suoi grandi occhi aperti all’intero universo, il suo dito che sfiora il cuore di Elliott, lasciando nello spettatore vaghi ricordi di affreschi michelangioleschi e il suo cuore luminoso che si espone senza timore agli esseri umani, rappresenta la grandezza di ogni sentimento di amore e benevolenza e speranza. Proprio questi sentimenti diventano ispiratori, nel mio quadro ‘Il folle volo’ (dipinto su tela cm 50×70, tecnica colori acrilici), di questo atto rischioso che è il lanciarsi in un vortice d’ignoto.

   

 Esistono, a parer mio, delle sinergie che sfidano spazio e tempo. E voglio specificare che utilizzo questo termine nell’accezione greca letterale del verbo συνεργώ e cioè “opero insieme”; ciò mi è necessario per tentare di riassumere il ruolo ispiratore che il Maestro Rambaldi ha avuto nella mia vita e il legame con la mia opera. A distanza di anni, aver avuto la possibilità di esporre la mia opera, addirittura a New York, omaggiando insieme ad altri artisti, la grandezza di Carlo Rambaldi, è per me la dimostrazione che l’arte è uno strumento che lega, nel susseguirsi delle epoche, tutti noi artisti e che ci permette di ‘operare insieme’ nella prosecuzione costante e continua del costruire la meraviglia del Mondo, attraverso il risveglio dei sentimenti di chi osserva le nostre opere”.

Giacomo Porcelli di Caltagirone: “L’arte creativa di Carlo Rambaldi, ha dato un grande impulso alla mia fantasia. Sono cresciuto con le iconiche creature a cui ha dato vita con un incredibile mix di arte e tecnica. Fin bambino sono sempre stato un grande appassionato di fantascienza. Andavo spessissimo al cinema e un giorno mi capitò di vedere King Kong e per me fu qualcosa di straordinario. Non avevo mai visto niente del genere e fu lì, in quel lontano 1977 che sentii per la prima volta il nome Carlo Rambaldi. Da lì una lunga serie di film e di creature indimenticabili hanno contribuito a creare il nostro immaginario collettivo. Fare un’opera dedicata a Carlo Rambaldi è stato per me come ringraziare un grande Maestro per averci fatto sognare con il suo lavoro incredibile. Non avrei mai immaginato che alla figlia Daniela la mia opera sarebbe così tanto piaciuta da volerla come logo del centenario della nascita di suo padre. Un grandissimo onore per me.

          

Sia l’opera dedicata a Carlo Rambaldi che l’opera dal titolo ‘Vulcanismo’, esposte entrambe a New York e Vibo Valentia, sono state realizzate in pietra lavica ceramizzata. Questa lavorazione è simile a quella della ceramica tradizionale, con la differenza che il supporto utilizzato (solitamente una lastra) non è in terracotta ma in basalto dell’Etna. Una volta smaltata e dipinta con particolari ossidi, la lastra va in forno a 930 gradi, subendo un cambiamento irreversibile. Essendo però un prodotto naturale, la pietra lavica presenta delle criticità in più rispetto alla terracotta”.

Pochi giorni fa Carlo Rambaldi ha ricevuto la stella sulla ‘Walk of Fame’ di Hollywood, la mostra lo ricorda con affetto e gratitudine per i sogni donati al mondo.

Rosario Scollo

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