Eleonora Gazziano:”Valori e comunità: la Festa dell’Amicizia della Democrazia Cristiana”

Abbiamo intervistato in esclusiva per Prima Stampa Eleonora Gazziano Dirigente della Democrazia Cristiana.

Quali sono gli obiettivi principali della Festa dell’Amicizia organizzata dalla Democrazia Cristiana e in che modo l’evento contribuisce a rafforzare i legami tra i cittadini e il partito?

 

Gli obiettivi principali della Festa dell’Amicizia organizzata dalla Democrazia Cristiana sono quelli di rinsaldare i valori fondativi del nostro partito — la partecipazione, la solidarietà e la vicinanza alle persone — e di creare un momento di incontro autentico tra cittadini, amministratori e rappresentanti istituzionali. Non si tratta solo di una manifestazione politica, ma di un’occasione per ritrovare quello spirito comunitario che ha sempre contraddistinto la DC: l’ascolto reciproco, il confronto costruttivo e la condivisione di idee e progetti per il bene comune.La scelta di svolgere l’evento, per il terzo anno consecutivo, in un territorio che accoglie con calore tutto il partito e i nostri ospiti, grazie all’instancabile impegno del capogruppo on. Carmelo Pace, è una scelta tutt’altro che casuale. Non abbiamo voluto una grande città, ma un paese, una comunità viva e accogliente, perché crediamo che la forza della Democrazia Cristiana nasca proprio dal rapporto diretto, uno a uno, con i cittadini, nelle piccole realtà dove la politica si fa prossimità, servizio e testimonianza quotidiana.In questo modo, la Festa dell’Amicizia non è solo un appuntamento politico, ma un segno concreto di come la DC continui a solidificarsi dal basso, radicandosi nei territori, costruendo fiducia e amicizia civile, pietra su pietra, persona per persona.

Quali sono i suoi contributi specifici nell’organizzazione della Festa dell’Amicizia e in che modo il suo lavoro influenza il successo dell’evento?

Il mio contributo all’organizzazione della Festa dell’Amicizia non è mai dettato da ambizioni personali o da un desiderio di influenza, ma nasce da un profondo senso di appartenenza e di responsabilità verso la Democrazia Cristiana, un partito dal cuore antico, che ha fatto grande l’Italia radicandosi nei valori che, fin dai tempi della polis greca, rappresentano il fondamento di ogni comunità civile: la partecipazione, il dialogo, la giustizia e il bene comune.Il mio lavoro è, in fondo, il mio pensiero: si traduce in impegno concreto, in attenzione ai dettagli, nella cura dei rapporti umani e nella volontà di creare uno spazio in cui ogni voce trovi ascolto e rispetto. Tuttavia, tengo a sottolineare che non influenzo il partito, né i suoi componenti. Al contrario, mi muovo in maniera organica insieme a tutti gli amici, donne e uomini di buona volontà, che condividono la stessa passione e lavorano fianco a fianco per la buona riuscita dell’evento.È proprio in questa coralità, in questa unità d’intenti e di servizio, che risiede la vera forza della nostra Festa dell’Amicizia: un momento in cui la Democrazia Cristiana rinnova il suo legame con il popolo e testimonia, ancora una volta, che la politica è innanzitutto comunità viva, dialogo e costruzione condivisa del bene comune.

In che modo la Festa dell’Amicizia favorisce la partecipazione civica e l’inclusione sociale tra diverse fasce della popolazione?

 

Rispondo centralizzando il tema dell’inclusione sottolineando il lavoro che l’assessorato di cui faccio parte guidato dall’on Nuccia Albano proprio sull’inclusione sociale .La Festa dell’Amicizia rappresenta un’occasione preziosa per promuovere partecipazione civica e inclusione sociale, due pilastri fondamentali della nostra visione politica e umana. La Democrazia Cristiana, fedele ai suoi valori fondativi, concepisce la politica come servizio e comunità: un luogo in cui nessuno deve sentirsi escluso, ma tutti devono poter contribuire, secondo le proprie possibilità, alla costruzione del bene comune.In questo spirito, la Festa diventa non solo un momento di incontro e confronto, ma anche un laboratorio di inclusione concreta, capace di coinvolgere generazioni diverse, categorie sociali differenti, associazioni, volontari e istituzioni.Un ruolo centrale in questo processo è svolto dal lavoro dell’assessorato alla famiglia lavoro e politiche sociali , guidato con competenza e sensibilità dall’on. Nuccia Albano, di cui ho l’onore di far parte. Attraverso iniziative mirate e un costante dialogo con il territorio, l’assessorato opera per favorire la partecipazione attiva di tutti, in particolare delle persone più fragili o a rischio di marginalità, garantendo pari dignità e opportunità.La Festa dell’Amicizia, dunque, non è solo celebrazione, ma testimonianza viva di una politica che abbraccia e unisce, che fa dell’inclusione non uno slogan, ma una pratica quotidiana. È in questo modo che la Democrazia Cristiana continua a seminare speranza e a costruire comunità, partendo dall’ascolto e dal coinvolgimento di ciascuno.

Quali valori sociali, culturali e politici la DC vuole trasmettere attraverso la Festa dell’Amicizia e come vengono rappresentati nelle varie iniziative?

Attraverso la Festa dell’Amicizia, la Democrazia Cristiana intende trasmettere quei valori sociali, culturali e politici che da sempre ne rappresentano l’anima e la missione: la centralità della persona, la solidarietà, la famiglia come nucleo fondante della società, la libertà intesa come responsabilità e il bene comune come orizzonte di ogni azione politica.Sul piano sociale, la Festa è un momento di incontro e di condivisione che rompe le barriere, promuovendo dialogo e inclusione. Le iniziative rivolte a famiglie, giovani, anziani e associazioni testimoniano la volontà di costruire una società coesa, in cui ogni individuo possa sentirsi parte attiva di una comunità viva e solidale.Dal punto di vista culturale, l’evento valorizza le identità locali, le tradizioni e il patrimonio umano dei territori che ci ospitano, scegliendo volutamente — anche quest’anno — una comunità e non una grande città. Questa scelta è profondamente simbolica: la DC crede che la cultura dell’incontro e della partecipazione nasca dal basso, nelle piazze, nelle parrocchie, nelle piccole realtà dove le relazioni umane sono autentiche e dirette.Infine, sul piano politico, la Festa dell’Amicizia rappresenta la manifestazione più genuina di una politica come servizio, fatta di ascolto, prossimità e concretezza. È la dimostrazione che la Democrazia Cristiana non è un partito chiuso nei palazzi, ma un movimento popolare che vive tra la gente, con la gente e per la gente.In ogni tavola rotonda, in ogni dibattito, in ogni momento di convivialità, si rinnova così l’impegno della DC a costruire ponti e non muri, a custodire la memoria di un passato glorioso e a proiettarla verso il futuro, mantenendo sempre viva la fiducia nell’uomo e nella forza dell’amicizia come valore politico e umano.

Qual è il suo ruolo complessivo all’interno della DC, sia in ambito organizzativo che politico, e come contribuisce alla vita del partito nella comunità locale?

All’interno della Democrazia Cristiana ricopro formalmente il ruolo di dirigente del Dipartimento Diritti Umani e Civili, con una particolare delega alle carceri, un tema a me profondamente caro e che considero centrale nella visione umanistica e sociale del nostro partito. Crediamo infatti che la dignità della persona non si perda mai, e che anche chi ha sbagliato debba poter contare su percorsi di recupero, reinserimento e speranza. È un impegno che interpreto come servizio concreto ai valori di giustizia, misericordia e solidarietà che da sempre animano la nostra tradizione politica.Sul piano istituzionale, oggi ho l’onore di collaborare all’Ufficio di Gabinetto dell’Assessore regionale Nuccia Albano, un assessorato di grande rilievo che si occupa di inclusione sociale, famiglia e politiche di prossimità. È un’esperienza che rispecchia pienamente i valori della Democrazia Cristiana, perché mette al centro la persona, la comunità e la responsabilità condivisa nel costruire reti di sostegno e opportunità.In precedenza ho fatto parte anche dell’Ufficio di Gabinetto dell’Assessorato alle Autonomie Locali, un ambito altrettanto strategico, che mi ha permesso di toccare con mano il ruolo essenziale dei Comuni come presidio di legalità, punto di controllo del territorio e ponte tra le istituzioni e le comunità locali. È proprio nei Comuni, nelle piccole realtà, che la buona politica trova le sue radici più autentiche: lì dove il rapporto con i cittadini è diretto, dove la fiducia si costruisce giorno per giorno e dove lo spirito della DC continua a vivere, forte del suo legame con la gente e del suo servizio al bene comune.Cerco di vivere ogni giorno con un sorriso e con spirito positivo, perché ho il privilegio di poter lavorare proseguendo una delle mie più grandi passioni: la politica.Dopotutto, dopo il cane di San Bernardo, simbolo di fedeltà e soccorso, non potevo scegliere compagna di vita più coerente di una passione che, come lui, rappresenta dedizione, servizio e amore per gli altri.La politica, per me, non è solo impegno istituzionale, ma una vera e propria vocazione civile, un modo per restituire alla comunità ciò che ogni giorno ricevo in termini di stima, fiducia, confronto e crescita umana.

Perché la Festa dell’Amicizia è considerata un’occasione importante per rafforzare l’immagine della DC nella società e creare legami duraturi con i cittadini?

La Festa dell’Amicizia è un’occasione fondamentale per rafforzare l’immagine della Democrazia Cristiana nella società perché rappresenta il luogo simbolico e concreto in cui il nostro partito incontra i cittadini, rinnova la propria identità e dimostra, con i fatti, la coerenza tra i valori che professa e le azioni che compie.La DC porta con sé una storia grande, ma anche complessa, fatta di successi che hanno contribuito a costruire l’Italia democratica, ma anche di errori che hanno pesato sulla nostra storia. Tuttavia, cinque anni fa, insieme al nostro Segretario nazionale Totò Cuffaro, abbiamo deciso di riprendere il filo di quella storia antica, con la convinzione che fosse possibile rimettere nella scheda elettorale non un simbolo, ma un’idea.E mentre molti ci dicevano che eravamo anacronistici, noi vincevamo tutte le competizioni elettorali, perché le persone hanno bisogno di ricordare da dove vengono per capire davvero dove sono dirette e quale società vogliono costruire per i propri figli e nipoti.La Festa dell’Amicizia, in questo senso, è il cuore pulsante di questo rinnovato percorso: un luogo di incontro e di ascolto, dove la politica torna ad essere comunità, condivisione, partecipazione.Noi non ci limitiamo a pensare a un poltronificio politico — al contrario, abbiamo una visione chiara di società e la stiamo realizzando, al governo della Regione e dentro il Parlamento, con serietà, competenza e passione.È per questo che la Festa dell’Amicizia è così importante: perché racconta, attraverso volti, parole e gesti, la rinascita di un’idea, quella della Democrazia Cristiana come casa popolare, inclusiva e concreta, capace di guardare al futuro senza rinnegare le proprie radici.