
Abbiamo intervistato in esclusiva per Prima Stampa Giandiego Gatta, deputato di Forza Italia, che ci parlerà del convegno sulla pesca.
Onorevole Gatta, qual è la sua valutazione complessiva sul convegno di ieri dedicato alla pesca nazionale? Quali temi ritiene siano emersi con maggiore urgenza per il futuro del settore?
Il convegno di ieri, che risulta essere il primo sulla pesca organizzato da una forza politica di governo, Forza Italia, in questa legislatura, è stato un successo, sia per il numero dei partecipanti (sala gremitissima) sia per la qualità degli interventi, delle riflessioni e delle soluzioni emerse rispetto alle tante criticità del comparto.La partecipazione di esponenti di Governo, come il Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani e il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Pichetto Fratin, insieme a politici di rilievo – tra cui il capogruppo al Senato di Forza Italia Gasparri, il capodelegazione al Parlamento Europeo Martusciello, il segretario di presidenza della Camera e già sottosegretario all’Agricoltura con delega alla Pesca Battistoni – nonché dei rappresentanti delle principali organizzazioni di categoria, associazioni per la sostenibilità ambientale, accademici e illustri colleghi parlamentari, ha dato corpo a un convegno ricco di voci, sensibilità e competenze.Sono stati ampiamente trattati temi come il contemperamento tra sostenibilità ambientale, economica e sociale, la crisi del settore (con operatori che hanno subito un calo dei guadagni del 30-50% negli ultimi dieci anni), il deficit di turnover e la mancanza di manodopera, la riduzione degli spazi di pesca, l’invecchiamento della flotta e le difficoltà di ammodernamento, decarbonizzazione dei motori e innovazioni tecnologiche.Sono molto soddisfatto del lavoro svolto e sto acquisendo agli atti del convegno le relazioni dei partecipanti, al fine di produrre una sintesi da consegnare al Commissario Europeo alla Pesca e agli Oceani.
Molte regole che riguardano la pesca nascono in ambito comunitario. Ritiene che l’Italia debba far sentire di più la propria voce in Europa per difendere le peculiarità della pesca nazionale?
Abbiamo bisogno di rafforzare le relazioni con l’Unione Europea in tema di pesca, e le premesse ci sono tutte. Ho ascoltato il Commissario Europeo Costas Kadis durante la sua prima visita in Italia e ne ho apprezzato contenuti, toni e approccio, finalmente scevro da pregiudizi nei confronti dei “custodi del mare”, come amo chiamare gli operatori della pesca. Ora è necessario essere operativi e intervenire sulle dinamiche che hanno generato la crisi delle flotte italiane ed europee, a partire dalla concorrenza sleale dei paesi extra-UE, che non rispettano le regole europee e immettono sul mercato prodotti non conformi agli standard italiani. L’intervento del presidente Tajani è stato incisivo ed esaustivo, così come le soluzioni prospettate per affrontare la grave carenza di manodopera sulle imbarcazioni, molte delle quali restano ferme ai moli.
Durante il convegno si è parlato anche di modernizzazione e sostenibilità. In che modo è possibile coniugare la tutela delle risorse marine con la necessità di garantire reddito e continuità alle imprese del settore?
La sostenibilità non è un concetto assoluto e ha due facce: da un lato la tutela dell’ecosistema e delle risorse naturali, dall’altro la possibilità per chi lavora sul mare di ottenere un reddito giusto e dignitoso. È evidente che chi vive di pesca non può distruggere la fonte del proprio sostentamento.Serve senso di responsabilità da parte dei “custodi del mare” e allo stesso tempo la creazione di nuove opportunità per evitare l’estinzione della professione. La crisi della pesca non è una crisi qualsiasi: la flotta italiana è la più imponente d’Europa, la più performante per potenza dei motori e terza per stazza lorda dopo Spagna e Francia.La crisi coinvolge non solo armatori e pescatori, ma anche cantieristica, trasformatori, commercianti, ristoratori, industria turistica e gastronomica. Affrontare con determinazione queste sfide significa permettere al nostro PIL di beneficiare dell’economia del mare, da sempre fonte di ricchezza per il Paese.
Prospettive e impegni futuri: quali saranno i prossimi passi a livello parlamentare e istituzionale per dare seguito alle proposte emerse dal convegno e rilanciare la pesca italiana?
Come già detto, raccoglierò i passaggi più significativi emersi durante gli interventi dei partecipanti, per sottoporre il documento in fase di elaborazione al Commissario Europeo. Sono certo che Forza Italia, grazie all’autorevolezza del segretario nazionale e Ministro degli Esteri Antonio Tajani, contribuirà a ridare speranza a un settore che rappresenta economia, lavoro, identità culturale e orgoglio nazionale.













