
Il Partito Democratico riflette sul futuro del territorio e, in occasione della Festa dell’Unità dei Circoli del Calatino, al palazzo Biscari di Mirabella si è parlato del Calatino tra emergenze e prospettive. Per Salvatore Branciforte (coordinatore Pd area calatino) che ha introdotto e moderato l’incontro, gli interventi del sindaco Giovanni Ferro, Paolo Diomante (segretario Pd Mirabella), Luigi Failla (Pd Caltagirone), Concetta Raia (Pd Grammichele), Fabio Ferma (Pd Mazzarrone), Franco Zappalà (Pd Ramacca), Maurizio Bonincontro (Pd San Cono), Francesco D’Agosta (Pd Scordia), Giuseppe Pappalardo (segretario provinciale Pd) e Anthony Barbagallo (segretario regionale Pd e deputato nazionale) hanno costituito “un’analisi per verificare la possibilità di avere una strada per far uscire il il nostro territorio dalle emergenze che lo affliggono, quindi lo spopolamento, la gestione dei rifiuti, dell’acqua e della sanità perché il Calatino ha perso la vocazione di modello che ha avuto in passato e adesso è diventato un problema”.
Le voci più fresche e interessanti sono state quelle dei giovani Jacopo Naso (Pd San Michele di Ganzaria), Mariachiara Regolo (Giovani Democratici) e soprattutto Luca Giarmanà (ex assessore giunta Roccuzzo, vice segretario Pd Caltagirone e responsabile dell’associazione Cives), con la seguente proposta:
“in queste settimane con un gruppo di lavoro formato essenzialmente da giovani abbiamo elaborato la proposta ‘Calatino 30-30-30’, un piano da duecento milioni di euro in quindici anni su due cicli di programmazione sulle due aree snai (il Calatino che fa capo a Caltagirone e quella che fa capo a Palagonia). Ha tre obiettivi semplici, chiari e verificabili: 1) nessun cittadino deve trovarsi a più di trenta minuti dai servizi essenziali (ospedale, scuole, sportelli digitali pubblica amministrazione) 2) nessun lavoratore deve trovarsi a più di trenta minuti dal proprio posto di lavoro 3) nessun cittadino deve trovarsi a più di trenta minuti da un hub di comunità (spazio polifunzionale in cui all’interno ci sono spazi per coworking, si fa cultura si fa impresa e ci sono incentivi per i nostri giovani per la tornanza e la restanza, cioè la possibilità per un giovane o di rimanere nel proprio territorio o di tornare dopo che si è formato ed è cresciuto fuori).
E’ un piano semplice che ha una visione ed è un punto di partenza, investe in infrastrutture, trasporto pubblico locale, servizi e imprese e soprattutto – forse è la cosa più bella – non favorisce nessun comune singolarmente, non c’è un intervento su uno specifico comune ma è un piano che riguarda tutti. Siamo già in fortissimo ritardo e veramente rischiamo di avere dei borghi fantasma. Riconosco che è un piano ambizioso perché guarda alle prossime generazioni e credo sia questo il modo in cui il nostro partito deve fare politica, grazie”.













