In occasione della Festa della Mamma, Prima Stampa ha raccolto la testimonianza diretta di una giovane donna siciliana, mamma da sei mesi e amministratrice delegata di due attività imprenditoriali. La sua storia è quella di tante madri di oggi: divise tra affetti e doveri, tra sogni personali e sfide quotidiane, tra un sistema che ancora fatica a sostenere davvero la maternità e il desiderio profondo di costruire un futuro migliore per i propri figli.
“Gestisco due attività molto diverse tra loro, e come amministratore delegato non è semplice essere presente in ogni situazione.
Ma non sono una persona che si arrende: metto tutta me stessa per organizzarmi al meglio.
A volte lavoro con mia figlia di sei mesi accanto, ma per me l’importante è dare il massimo in entrambi i ruoli – come mamma e come professionista.”
Una frase che racconta tutto: la determinazione, la stanchezza, la dolcezza e la fatica che si intrecciano nel quotidiano di tante madri lavoratrici, in particolare nel Mezzogiorno, dove i servizi e le opportunità sono ancora limitati.
La sua giornata tipo è una vera corsa a ostacoli, dove ogni minuto è prezioso e ogni decisione pesa.
“La mia giornata inizia sempre con mia figlia: le dedico del tempo, la coccolo e la sistemo.
Quando si addormenta, mi concentro sul lavoro.
Nel pomeriggio, mi sposto tra ufficio, commercialista, clienti… cerco di incastrare tutto al meglio, con energia e determinazione.”
Nel suo racconto c’è anche spazio per una riflessione lucida sulla situazione delle tutele per le madri in Italia, in particolare al Sud, dove il sostegno economico e sociale appare spesso insufficiente.
“Sono sicuramente un aiuto, ma purtroppo non bastano a coprire tutte le spese che una donna affronta durante e dopo la gravidanza.
Sarebbe giusto garantire un supporto reale e costante a ogni mamma, indipendentemente dal reddito.
È fondamentale incoraggiare la maternità, soprattutto nel mondo di oggi.”
Le sue parole colpiscono per la sincerità e la consapevolezza. Nessuna lamentela sterile, ma una richiesta concreta: più strumenti, più ascolto, più equità.
Infine, quando le chiediamo cosa significhi, emotivamente, essere diventata madre così giovane, la sua voce si illumina:
“È qualcosa di meraviglioso.
Un amore diverso, profondo, che va oltre il lavoro e ogni altra cosa.
Diventare mamma mi ha resa una donna migliore, e oggi do il massimo anche sul lavoro pensando al futuro di mia figlia.”
Un futuro che speriamo possa essere costruito su basi più solide: con politiche che tutelino realmente le donne, con servizi adeguati, con una cultura che riconosca e valorizzi il doppio ruolo – essenziale – di madre e lavoratrice.
W le mamme, ogni giorno. Anche quando corrono, anche quando crollano, anche quando non si vedono.
Perché dietro ogni gesto d’amore c’è un progetto di vita che va oltre la fatica.
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