Lo spopolamento è una piaga che da anni affligge Mirabella Imbaccari, piccolo comune dell’entroterra siciliano. Quando un paese raggiunge oltre il 70% di emigrazione, è difficile immaginare un futuro sostenibile.
Negli anni ’80 e ’90, in pieno boom economico, Mirabella riusciva a mantenere vivo il proprio tessuto economico grazie alle rimesse degli emigrati. Chi era partito per cercare lavoro all’estero continuava a investire nel proprio paese d’origine, contribuendo così a sostenere l’economia locale.
Ma da circa 15 anni, tutto è cambiato. Gli emigrati hanno iniziato a preferire investimenti all’estero, soprattutto in Germania, dove acquistano case o aprono attività commerciali. Lo fanno per garantire maggiore sicurezza e stabilità alle proprie famiglie. Di conseguenza, i flussi economici verso Mirabella si sono arrestati, aprendo una vera e propria crisi locale.
Nel tempo, la chiusura di banche, lavanderie, negozi e altri servizi ha complicato ulteriormente la vita dei residenti. Anche oggi, molti giovani mirabellesi scelgono di emigrare, spesso dopo aver completato gli studi universitari. In paese, le poche opportunità lavorative sono legate a piccole attività a conduzione familiare, e spesso non bastano a trattenere i giovani.
Anche molti emigrati ormai in pensione preferiscono non tornare stabilmente a Mirabella. Lo fanno per non separarsi dai figli e dai nipoti ormai integrati in Germania. Inoltre, un aspetto che incide molto su questa scelta è la sanità: in Italia i tempi di attesa per una visita medica sono lunghi, mentre chi mantiene la residenza in Germania ha accesso più rapido ai controlli sanitari. Alcuni rientrano per lunghi periodi a Mirabella, ma mantengono la residenza all’estero per non perdere quei benefici.
Le misure pubbliche adottate finora per contrastare lo spopolamento si sono dimostrate inefficaci. I contributi per il trasferimento di residenza o per l’apertura di nuove attività hanno prodotto risultati marginali. Anche le case vendute a un euro, tanto pubblicizzate, non hanno generato il rientro sperato. Il turismo, ancora troppo debole, non offre reali opportunità di sviluppo.
Forse, più che incentivi isolati, servirebbe un vero dialogo tra istituzioni e territorio, capace di leggere la realtà socioeconomica e agire di conseguenza. La Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI), purtroppo, non sta producendo i risultati attesi.
Nel frattempo, l’assenza di lavoro impedisce la nascita di nuove famiglie, e Mirabella – come tanti altri borghi dell’entroterra siciliano – rischia di diventare un paese abitato quasi solo da anziani.
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