In esclusiva per Primastampa, Pino Maniaci, giornalista e conduttore di Telejato, interviene sul tema dello spopolamento giovanile e della fuga di lavoratori dalla Sicilia.
“Il problema italiano della precarietà, in Sicilia si trasforma nella tragedia dello spopolamento perché mancano le risorse e le opportunità più elementari per una società che vorrebbe definirsi avanzata. E le uniche volontà che vedo rivolte in questo senso provengono proprio dai giovani, ma come possono farle valere se il posto di classe dirigente è ancora occupato da gente attempata e talvolta discutibile.”
Secondo Maniaci, la crisi non è solo economica, ma anche morale e identitaria:
“In Sicilia, bisognerebbe comprendere cos’è questo ‘tutto’: il sole, il mare, il cibo, la meraviglia di una terra unica al mondo? Verissimo. E cosa facciamo per mantenerla tale? Ci sentiamo siciliani o contaminatori di questa terra con le nostre brutture umane? Ecco, per voltare pagina credo che basterebbe iniziare a porsi questa domanda più spesso.”
Maniaci esprime anche un giudizio severo sulla politica regionale:
“A livello politico credo, che non ho mai visto un governo regionale che mi abbia sorpreso positivamente, purtroppo, e se avessi soluzioni di politica attiva mi candiderei. Invece svolgo un altro mestiere, che se da un lato mi spinge a informare e denunciare, dall’altro non mi fa mai perdere la speranza, anche se è costantemente infranta.”
Il giornalista prosegue con una riflessione dura ma lucida:
“Posso solo aggiungere che mi piacerebbe vedere un governo che si possa definire in tutto e per tutto antimafioso, e invece non l’ho mai visto né l’ho mai trovato andando a ritroso nella Storia d’Italia. Allora sorge la domanda più desolante: un governo antimafioso è possibile con questo sistema? Sicuramente non è d’aiuto la battaglia politica che prevale sul buonsenso, e questo vale per qualsiasi provvedimento in qualsiasi ambito.”
Infine, Maniaci pone l’accento sulla mancanza di libertà di scelta per le nuove generazioni:
“Tutti vorrebbero la libertà di poter scegliere se restare nella propria terra o trasferirsi altrove. Il problema è la mancanza di questa possibilità di scegliere, non la volontà dei giovani su cui gente più grande tende a scervellarsi o, peggio ancora, a scimmiottare le intenzioni. Dovremmo ascoltarli e renderci disponibili nelle nostre possibilità, solo così risolveremmo il problema.”
“Tocca a loro, e per la mia esperienza con gli stage di giornalismo posso assicurare che moltissimi ne sono consapevoli; siamo noi, forse, che ancora non l’abbiamo capito, e molti fingono di non capire.”
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