In esclusiva per Primastampa, il consigliere comunale Davide Sincero affronta uno dei temi più urgenti per Gela: lo spopolamento giovanile e l’emigrazione di tanti lavoratori verso altre regioni o all’estero.
“È innegabile – esordisce Sincero – che Gela abbia subito un forte calo demografico, soprattutto a partire dalla conversione Eni, che ha comportato un abbassamento generale della popolazione. Questo impatto, naturalmente, ha colpito in modo particolare le fasce più giovani.”
Sincero punta il dito contro un sistema che, a suo dire, non è più in grado di garantire stabilità:
“In Sicilia e in Italia non riusciamo a trattenere i nostri giovani. Le leggi continuano a essere inefficaci e non incentivano il ritorno. Gli stipendi sono fermi da anni, l’inflazione è fuori controllo e le tutele per i giovani sono quasi inesistenti. È il mix perfetto per spingerli a partire.”
A tutto ciò si aggiungono, secondo il consigliere, scelte politiche nazionali poco lungimiranti:
“Si parla solo di immigrazione, con proposte – come l’accordo con l’Albania – che sono francamente ridicole e dannose sotto ogni aspetto. E intanto non si fa nulla per rendere l’Italia attrattiva per i nostri cittadini.”
Nonostante tutto, qualche segnale positivo c’è:
“Tanti giovani che lavorano in smart working nelle grandi città stanno tornando a Gela per abbattere il costo della vita. A loro dobbiamo guardare, creando condizioni favorevoli affinché possano stabilirsi qui in modo stabile.”
Il consigliere sottolinea alcune iniziative concrete già avviate dal Comune:
“Abbiamo appena riaperto la biblioteca comunale, chiusa da troppo tempo. A breve inaugureremo il Macchitella Lab, una struttura moderna che ospiterà corsi di laurea, spazi per start-up, coworking e tanto altro. Ma la cosa più importante è coinvolgere direttamente i giovani, ascoltare le loro proposte e costruire una città che li faccia innamorare di nuovo di Gela.”
In conclusione, Sincero lancia un appello alla comunità:
“Mi auguro che nei prossimi anni il trend possa davvero cambiare. Gela ha bisogno di una visione concreta e normale, perché oggi molti servizi essenziali sono ancora un’utopia. Serve potenziare la rete ospedaliera, garantire i servizi minimi ai cittadini, nonostante i limiti imposti dal dissesto. Ma soprattutto, è fondamentale ascoltare tutti e promuovere una partecipazione attiva dei gelesi. Solo così potremo creare davvero opportunità di lavoro per i giovani.”
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