C’è grande preoccupazione per il futuro dell’ospedale di Caltagirone dopo la proposta della nuova rete ospedaliera regionale, che prevede una riduzione importante dei posti letto. A denunciare la situazione è il deputato regionale di Grande Sicilia, Giuseppe Lombardo, che parla di «decisione inaccettabile» e lancia un appello per garantire una sanità più equa.
Secondo quanto previsto dal nuovo piano, all’ospedale di Caltagirone verrebbero tagliati 20 posti letto nell’area degli acuti, cioè quelli dedicati ai pazienti che necessitano di cure immediate, e oltre 30 posti letto destinati invece ai pazienti in fase di riabilitazione o lunga degenza. Un taglio che rischia di avere conseguenze pesantissime su un territorio vasto, che comprende ben 15 comuni del Calatino.
«Ridurre così tanti posti letto in un’area già oggi in difficoltà – spiega Lombardo – significa peggiorare drasticamente la qualità dell’assistenza e costringere tante persone a spostarsi verso gli ospedali delle grandi città, che sono già sovraffollati. Questo porterà a tempi di attesa più lunghi, maggiore stress per i pazienti e rischi più alti per la loro salute».
Per Lombardo, il problema principale è che il piano sembra favorire gli ospedali più vicini alle aree metropolitane, lasciando indietro le strutture che si trovano in zone più periferiche. «Così si creano squilibri enormi: da una parte ospedali potenziati, dall’altra ospedali depotenziati che non riescono più a garantire servizi fondamentali. È uno spreco di risorse e una duplicazione inutile di reparti, che non tiene conto dei reali bisogni della popolazione».
Oggi è prevista la conferenza dei sindaci dei comuni interessati, un appuntamento che per Lombardo diventa decisivo: «Mi auguro che i sindaci facciano sentire la voce del territorio e difendano il diritto a una sanità giusta e accessibile per tutti. Non possiamo permettere che questa proposta passi senza essere rivista».
Il deputato conclude con un appello alla responsabilità: «Chiediamo che vengano ascoltate le esigenze reali dei cittadini e che si punti a una riorganizzazione che migliori davvero i servizi, senza penalizzare le aree più deboli. La salute è un diritto fondamentale e deve essere garantito a tutti, senza differenze».
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