Il Codacons ha realizzato la quinta edizione di ‘Piccolo Comune Amico’ che promuove lo sviluppo e valorizza le eccellenze dei Comuni italiani con meno di 5.000 abitanti, un premio organizzato con Coldiretti e in collaborazione con Intesa Sanpaolo, Fit (Federazione Italiana Tabaccai), Enac, Autostrade per l’Italia, Fondazione Symbola, Poste Italiane, Touring Club Italiano, con il patrocinio di Aci, Anci, Uncem e del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
La cerimonia di premiazione si è svolta ieri al palazzo Rospigliosi di Roma e, tra i 20 comuni italiani premiati in varie categorie, Mirabella Imbaccari era l’unico comune siciliano presente perché primo classificato nella categoria ‘Artigianato’ con la seguente motivazione: “il paese è noto per la lavorazione artigianale del pizzo a tombolo, una raffinata tecnica tessile che intreccia fili su un cuscino cilindrico. Questa tradizione ha dato vita ad associazioni e a un museo permanente del tombolo, orgoglio culturale del territorio che contiene merletti, abiti e arredi realizzati a tombolo”. A supporto dell’iniziativa sarà attivato anche un portale web con mappa interattiva e contenuti multimediali, con campagne promozionali gratuite sui social e sulla stampa nazionale per i comuni premiati.
Il vicesindaco David Granato ha così commentato l’attestato ricevuto da Miss Sicilia 2024 Elena Di Battista dopo un video di presentazione del paese:
“Sono qua in rappresentanza del sindaco e ringrazio gli organizzatori dell’evento, quindi Codacons, Coldiretti e tutti i partner che hanno patrocinato questa manifestazione. Porto il ringraziamento di tutta la mia comunità, questa premiazione è una cosa per noi molto bella che ci inorgoglisce tantissimo. Il nostro è un comune di 4.200 anime, anime così come veniva descritto nei riveli quando ancora c’erano questi registri in cui si descriveva anagraficamente la popolazione del censo e se ne ricavava il dazio.
Siamo un comune di 4.200 anime con 6.600 anime residenti all’estero, all’Aire, quindi il nostro è un comune che ha una percentuale di spopolamento di oltre il 60%. Il sindaco è in missione in questo momento in Germania, vicino alla nostra comunità con la quale non vogliamo assolutamente perdere il contatto e non vogliamo che si spezzi il cordone ombelicale che ci lega da parecchie generazioni. I primi sono partiti negli anni 50. Il tombolo a Mirabella Imbaccari è arrivato agli inizi del secolo scorso ed è stato portato dalla principessa Angelina Auteri, moglie di Ignazio Paternò Castello che è stato l’ultimo della casata dei Biscari, famiglia fondatrice del paese nel 1605. I due non ebbero figli e quindi lei si dedicò tantissimo alle attività filantropiche e fece venire a Mirabella le suore Dorotea da Roma nel 1905 che trasmisero la nobile arte di fare il tombolo, di fare il pizzo al tombolo alle fanciulle del paese.
Da quel momento il paese mutò e cambiò volto e questo è stato per quasi un secolo perché, quelle che erano donne relegate ad essere braccianti agricole o casalinghe divennero parte attiva nell’economia di sussistenza delle famiglie, nell’economia domestica, quindi si può dire che è stata una forma embrionale di emancipazione femminile per il nostro comune. Questa cosa è andata avanti ed è stata un’economia fortissima fino alla fine degli anni Ottanta. Poi gli stili sono cambiati, i modi di spendere sono cambiati, siamo passati in quella che possiamo definire l’epoca Ikea – senza voler fare pubblicità ai grandi magazzini – e di conseguenza il tombolo man mano è stato relegato sempre di più ai ricordi. La nostra mostra mercato era un’occasione di scambio commerciale tra le lavoratrici e coloro che acquistavano il tombolo perché Mirabella era l’unico comune della Sicilia in cui il tombolo era diffuso e vendevamo il tombolo in tutta la Sicilia orientale e occidentale (noi siamo nella provincia di Catania, nella Sicilia centro orientale). La mostra mercato alla fine si è trasformata in un museo del tombolo che non vuole essere un luogo di ricordo del tombolo perché a Mirabella operano due associazioni che sono pienamente attive nel promuovere il tombolo quotidianamente, un’associazione in particolare è fatta da 40 signore che adesso producono il tombolo come manufatto e come gioiello. Questa associazione è nella rete dei pizzi e dei merletti e, assieme al patrocinio del Comune, fa parte del percorso Unesco del tombolo che lo riconosce come un patrimonio immateriale dell’umanità. Noi vogliamo portare avanti il tombolo e l’arte di saperlo fare nel futuro, lo facciamo con progetti scolastici, lo facciamo con le uniche due suore Dorotee che sono ancora presenti e continueremo a farlo perché riteniamo che il nostro passato possa essere proiettato pienamente nel nostro futuro, vi ringrazio”.
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