Sicilia

Nuccio Di Paola: “Sanità, infrastrutture e fondi europei: il Movimento 5 Stelle denuncia il fallimento del centrodestra in Sicilia”

Abbiamo intervistato in esclusiva per Prima Stampa l’onorevole del Movimento 5 Stelle, Nuccio Di Paola, che ci ha illustrato la sua valutazione sull’operato dell’attuale governo regionale, le criticità principali e le proposte urgenti per migliorare la qualità della vita dei cittadini siciliani.

 

Qual è la sua valutazione complessiva sull’operato dell’attuale governo regionale? Ritiene che stia rispondendo adeguatamente alle esigenze della Sicilia?

 

Una bocciatura totale . È davanti gli occhi di tutti i siciliani stanno peggio di 3 anni fa. Il governo Schifani è riuscito a fare peggio del governo Musumeci e mi creda era veramente difficile. i siciliani chiedono la possibilità di curarsi e loro tagliano i posti letto nella sanità pubblica e puntano ad una sanità privata. I siciliani chiedono la possibilità di muoversi su strade e ferrovie degne di questo nome e Schifani consegna 1,3 miliardi di fondi FSC dei siciliani a Salvini per un ponte di propaganda. I giovani siciliani vorrebbero restare nella nostra terra ma con questo governo non c’è alternativa all’emigrazione. Avere l’acqua 24 ore su 24 è un terno al lotto. Il governo Schifani chiuso nel palazzo pensa alle poltrone e si dimentica dei cittadini incapace come è di risolvere i problemi de siciliani. Il gioverno Schifani è un fallimento politico su tutta la linea ecco perchè non mi stanco mai di ripetere che bisogna liberare la Sicilia dalla peggiore destra di sempre.

 

In quali settori l’azione del governo regionale mostra, secondo lei, le maggiori criticità: sanità, lavoro, infrastrutture o gestione dei fondi europei?

 

“La domanda più efficace potrebbe essere semmai, in quale ambito questo governo ha toppato di meno. La risposta sarebbe però impossibile. Ciascun ambito del governo di questa regione è un fallimento. Ha provato a prenotare una visita medica specialistica o un esame urgente in una struttura pubblica? Ha provato a guidare per le strade interne dell’isola? la risposta è sotto gli occhi di tutti. Quella dei fondi europei è un’altra questione dove la Sicilia non brilla da due decenni di centrodestra. Premettiamo che i fondi europei non sono un regalo che ci fa l’Europa ma un modo per recuperare attraverso programmazione fattiva e investimenti, il nostro massiccio contributo per il funzionamento dell’Unione che potrebbe ritornare sul territorio. Quello cui abbiamo assistito in questi anni e continuiamo a subire ancora oggi è un uso fantasioso della programmazione. I dati dell’Istat che ha sventolato Schifani negli scorsi giorni sugli investimenti in Sicilia sono fumo negli occhi. Basti chiedere a qualsiasi imprenditore che porta avanti un’attività in questa regione per non scontrarsi con la realtà delle cose, fatta di burocrazia, lentezza della macchina amministrativa e tempi che cozzano con le esigenze di chi deve portare avanti un’azienda”.

 

 

Quali sono le priorità che il Movimento 5 Stelle intende portare all’attenzione del governo regionale nei prossimi mesi?

 

“Continueremo a fare quello che facciamo da tempo, ovvero incalzare il governo di centrodestra a migliorare la sanità pubblica potenziano i servizi e l’offerta anziché badare alle poltrone e agli appetiti di partito, a mettere in moto i cantieri per strade e infrastrutture, a rimettere in moto un’economia da elettroencefalogramma piatto, a fare la voce grossa con il governo nazionale in tema di insularità. La Sicilia vive condizioni diverse rispetto a quelle delle altre regioni. Serve un governo regionale che faccia gli interessi dei siciliani anziché assecondare gli appetiti di governi a trazione nordista per ricevere magari laute poltrone, come è accaduto al già presidente Musumeci, premiato con un ministero dal governo Meloni”.

 

 

Come giudica il rapporto tra governo regionale e Assemblea? Pensa che ci sia sufficiente dialogo con le opposizioni?

 

“Un rapporto che non brilla. Sostanzialmente il Governo Schifani regge su un delicato equilibrio tra i partiti che lo sostengono. Un equilibrio che si basa sugli appetiti e sulle poltrone. Ecco perché è capitato e capiterà che la maggioranza sia andata in frantumi su norme importanti se portate in Assemblea con il voto segreto. Si tratta di un do ut des che non mette al primo posto gli interessi dei cittadini e si vede… A proposito di opposizioni invece rilancio anche attraverso queste righe la necessità che si trovi una sintesi comune e si costruisca un percorso alternativo e credibile per cambiare la nostra Sicilia e chiudere la sventurata stagione del centrodestra a governo dell’Isola”.

 

 

Se fosse al governo, quali tre misure urgenti adotterebbe per migliorare la qualità della vita dei cittadini siciliani?

 

“Occorre intanto una presa di coscienza da parte dei siciliani sul fatto che questo disastro è tutt’altro che normale. Non è un paradosso che la provincia del bacino politico di Cuffaro sia l’ultima in Italia per qualità della vita? Dove non esce acqua dai rubinetti e la gente viva con i bidoni in giro per casa? Ecco partendo da questa consapevolezza, noi siamo lo strumento politico per ribaltare il sistema. Riforma dei rifiuti, partendo dall’economia circolare dalla differenziata vera e dalla creazione di micro impianti territoriali, trasformando i rifiuti, da un problema ad una risorsa utile anche a creare lavoro. Abbassare il costo dell’energia per cittadini e imprese attraverso l’attivazione delle comunità energetiche. Riforma totale della sanità, fuori la politica e fuori le poltrone. Scelta curriculare dei manager che abbiamo soprattutto esperienza in campo medico, azzeramento delle liste d’attesa e incremento del personale con attenzione al sistema dell’emergenza urgenza. Sono alcuni dei temi, ma abbiamo tutto in dettaglio nero su bianco, è il nostro programma scritto con i cittadini e con chi conosce e lavora già sui temi. Il 2027 sarà un anno importante per i siciliani, potranno decidere se rimanere in questa palude o rendere questa regione un luogo in cui far vivere e crescere i propri figli”.

Michelangelo Monachello

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