
Negli ultimi decenni, la Sicilia è diventata una delle principali porte d’ingresso per chi attraversa il Mediterraneo in cerca di salvezza e futuro. Dietro i numeri e le statistiche, ci sono storie di coraggio, perdita e rinascita.
Tra queste, spiccano quelle di donne che, nonostante viaggi segnati da violenza e dolore, sono riuscite a ricostruire la propria vita sull’isola. Semhar, Maya e Fatima sono tre mamme coraggio che con determinazione e resilienza hanno trasformato la sofferenza in speranza, diventando un esempio di integrazione e rinascita.
Dalla fine degli anni ’70 in Sicilia iniziano ad arrivare i primi migranti, soprattutto dal Nord Africa, ma è stato negli anni ’90 che la Sicilia comincia ad accogliere i migranti via mare e i porti del sud e Lampedusa divennero punti di sbarco per piccole imbarcazioni. Tra il 2010 e il 2020 i flussi sono aumentati, raggiungendo un picco tra il 2015 e il 2017. Dopo un calo, i numeri si sono stabilizzati, ma l’isola continua a essere un punto strategico, soprattutto per chi attraversa il Mediterraneo centrale. Negli ultimi anni, molti migranti arrivano da Tunisia, Bangladesh, Medio Oriente e Africa subsahariana. La Sicilia è spesso solo una tappa, ma resta centrale per l’accoglienza. I migranti lavorano in agricoltura, edilizia e assistenza. Caltagirone e il Calatino hanno accolto diversi migranti, dimostrando che l’immigrazione può essere anche una risorsa. Queste donne non solo sono sopravvissute a viaggi drammatici, ma hanno ricostruito le loro vite in Sicilia con coraggio e determinazione. Hanno trasformato la sofferenza in forza, diventando parte attiva delle comunità che le hanno accolte.
Ecco alcune storie di madri migranti che hanno attraversato il Mediterraneo per raggiungere la Sicilia, in cerca di un futuro migliore per sé stesse e per i propri figli:
Semhar – Eritrea
Nel 2015, Semhar, una giovane madre eritrea, ha dato alla luce una bambina prematura a bordo di un barcone nel Mediterraneo. Dopo il parto è stata soccorsa dall’ONG Medici Senza Frontiere e la neonata trasportata d’urgenza in ospedale a Lampedusa. Nonostante le condizioni critiche, mamma e figlia sono riusciti a sopravvivere grazie all’intervento tempestivo dei soccorsi. Adesso vivono entrambe ad Agrigento e si sono perfettamente integrate.
Maya – Siria
Maya, una madre siriana, nel 2017 ha intrapreso il viaggio verso l’Europa con la figlia Dima, fuggendo dalla guerra civile in Siria. Dopo aver attraversato il deserto e affrontato numerose difficoltà, sono arrivate a Lampedusa, dove hanno trovato accoglienza. Entrambe si sono stabilite a Vizzini e, con l’aiuto di una associazione del posto, si sono integrate.
Fatima – Libia
Fatima, una ragazza proveniente dalla Libia, ha raccontato la sua esperienza di violenza e sfruttamento. Dopo essere stata rapita in Libia, ha subito abusi ed è rimasta incinta. Dopo aver attraversato il Mediterraneo, è stata salvata dal mare in tempesta e soccorsa dall’ONG Medici Senza Frontiere. Si è stabilita a Catania ed adesso lavora come assistente familiare. La sua testimonianza evidenzia le gravi violazioni dei diritti umani affrontate dalle donne migranti.
Queste storie testimoniano il coraggio e la determinazione delle madri migranti che, nonostante le difficoltà e i pericoli, attraversano il Mediterraneo con la speranza di garantire un futuro migliore ai propri figli.