
Abbiamo intervistato in esclusiva per Prima Stampa Simone ficarra, Presidente provinciale gioventù nazionale Catania che ci parlerà del partito e delle problematiche dei giovani.
Cosa ti ha spinto ad avvicinarti a Gioventù Nazionale e alla politica giovanile?*
Il mio percorso è iniziato quasi per caso, nel 2018, quando venni eletto rappresentante d’istituto nella mia scuola. Poco dopo, un amico mi invitò a partecipare a una riunione del movimento giovanile di cui faceva parte e, da quel giorno, decisi di non perderne più una. In quell’occasione compresi che idee, valori e identità, se uniti all’impegno concreto, possono trasformarsi serenamente in azione politica sul territorio. Quella che era nata come una semplice curiosità è diventata presto un impegno costante, con un obiettivo ben preciso: creare ed essere parte di una nuova classe dirigente preparata e competente.
Quali sono le principali problematiche dei giovani di Paternò che vorresti affrontare con più urgenza?*
Paternò è una città il cui tessuto sociale versa in condizioni difficili, e tra le criticità più urgenti vanno certamente considerate alcune tematiche che riguardano i giovani. La mancanza di sicurezza sul territorio è una priorità: vivere costantemente con il timore per la propria incolumità mina la fiducia nella comunità e nelle istituzioni. A questo si aggiunge lo stato di totale abbandono delle infrastrutture: strade, edifici e spazi pubblici versano in condizioni di degrado, frenando qualsiasi possibilità di sviluppo.
Una ferita particolarmente sentita riguarda la mancanza di spazi sportivi adeguati. In una città come la nostra, dove il desiderio di aggregazione e crescita personale è forte, l’assenza di strutture ben attrezzate impedisce ai giovani di esprimersi attraverso lo sport, socializzare e coltivare le proprie passioni.
Altrettanto grave è la mancanza di una consulta giovanile, uno strumento fondamentale per rendere i giovani parte attiva della vita amministrativa.
Ancor più sconvolgente è il silenzio da parte dell’amministrazione: un abbandono che non possiamo più accettare e che rappresenta una delle priorità su cui voglio impegnarmi con urgenza.
In che modo pensi che i ragazzi possano essere coinvolti attivamente nella vita politica e sociale del territorio?*
I ragazzi devono avere spazi di partecipazione reale. Non basta ascoltarli: è necessario affidare loro anche responsabilità concrete, attraverso tavoli tematici, consulte giovanili funzionanti e progetti culturali e sociali promossi direttamente dai ragazzi. La politica deve aprire le porte ai giovani e fidarsi delle loro idee, perché sono loro i primi a conoscere le esigenze della propria generazione.
È fondamentale investire molto di più nell’informazione. Spesso i giovani non sono adeguatamente informati sulla situazione politica e non si sentono al centro dell’attività amministrativa perché per nulla coinvolti. Diventa quindi compito di tutti i movimenti giovanili riuscire a coinvolgere e informare correttamente i coetanei, stimolando interesse, partecipazione e senso di responsabilità.
*4. Qual è, secondo te, il ruolo che la scuola e l’università dovrebbero avere nella formazione civica dei giovani?*
La scuola e l’università devono essere non solo luoghi di istruzione, ma anche di crescita civica. Dovrebbero insegnare ai giovani a conoscere le istituzioni, a comprendere i diritti e i doveri, a esercitare il pensiero critico e a vivere la cittadinanza in maniera attiva. Più esperienze di partecipazione, più dialogo con le realtà locali e più progetti di educazione civica concreta possono davvero fare la differenza.
Che messaggio vuoi lanciare ai tuoi coetanei che guardano alla politica con diffidenza o disinteresse?*
Capisco bene la diffidenza, perché la politica in passato spesso ha deluso. Ma restare indifferenti significa permettere che continui a deluderci. La politica non è qualcosa di distante: è la nostra vita quotidiana, è la strada che percorriamo, la scuola, l’università che frequentiamo, il lavoro che cerchiamo. Solo partecipando attivamente possiamo davvero essere artefici del futuro che sogniamo.
Il mio invito ai miei coetanei è semplice: non siate diffidenti, non siate disinteressati, perché soltanto con l’impegno personale possiamo costruire il futuro che desideriamo.