Zeromolestie: Luicia Regna tradita due volte…

La Rete Zeromolestie Sinalp ha espresso profonda indignazione per la recente sentenza sul caso di Lucia Regna, vittima di un brutale pestaggio da parte del marito avvenuto il 28 luglio 2022. Dopo oltre tre anni di attesa, la decisione del tribunale ha suscitato sconcerto per le motivazioni che descrivono l’aggressione come uno “sfogo disperato” di un uomo “ferito dal tradimento” e “provato dalla disgregazione familiare”.

Secondo Natascia Pisana, responsabile della Rete, è inaccettabile che un tentato femminicidio venga giustificato come una reazione umana comprensibile. La violenza subita da Lucia Regna, durata sette minuti e culminata in condizioni critiche, non può essere attenuata da considerazioni emotive sullo stato dell’aggressore.

Andrea Monteleone, presidente della Rete, ha denunciato il ribaltamento della realtà operato dalla sentenza, che sembra attribuire alla vittima la responsabilità della fine del matrimonio. Tale interpretazione, secondo Monteleone, rischia di legittimare il possesso e l’aggressione come risposta alla libertà femminile.

Nonostante gli strumenti legislativi introdotti negli ultimi anni, come il Codice Rosso e il recente disegno di legge sul femminicidio, la Rete sottolinea che senza un sistema giudiziario rapido, coerente e culturalmente consapevole, tali misure restano inefficaci.

La lentezza dei processi, le motivazioni che minimizzano la gravità delle aggressioni e l’assenza di una prevenzione culturale adeguata alimentano la sfiducia dei cittadini e trasmettono alle donne un messaggio pericoloso: che la violenza possa essere compresa o giustificata.

La Rete Zeromolestie Sinalp ribadisce la necessità di pene certe, processi tempestivi e un’educazione di genere diffusa. Ogni sentenza che riduce la gravità della violenza rappresenta un’offesa non solo alla vittima, ma a tutte le donne. È tempo che la giustizia italiana prenda posizione con chiarezza, senza ambiguità, contro ogni forma di giustificazione della violenza.