Ci meritiamo lo spopolamento se la politica non cambia…

Da tempo la Sicilia delle aree interne soffre lo spopolamento e Prima Stampa a dicembre e in primavera ha dedicato al problema un’inchiesta e un approfondimento, mentre lo scorso marzo una lettera aperta del Vescovo di Caltagirone ha cercato di porre l’attenzione sul problema invitando le autorità nazionali e regionali ad attivarsi.

Il problema dello spopolamento è scottante visto che a pagina 45 del nuovo Piano Strategico Nazionale delle Aree Interne 2021-2027 (PSNAI), uscito a fine giugno, si legge: “obiettivo 4: Accompagnamento in un percorso di spopolamento irreversibile – Queste aree non possono porsi alcun obiettivo di inversione di tendenza ma nemmeno essere abbandonate a se stesse. Hanno bisogno di un piano mirato che le accompagni in un percorso di cronicizzato declino e invecchiamento”. Quindi un ‘suicidio assistito’ che rappresenta una vera emergenza per ben 291 comuni in Sicilia, come ha ricordato qualche giorno fa Giosuè Catania, presidente della Cia (Confederazione Italiana Agricoltori) Sicilia Orientale.
Sul sito dell’Unione dei Comuni del Calatino è possibile trovare il Dup (Documento Unico di Programmazione) 2025-27 ma, contrariamente a quanto detto da un tecnico, non c’è alcuna traccia dei documenti relativi alla strategia di progettazione e impegno di spesa dei 28 milioni di euro assegnati all’Unione.

Ma siamo sicuri che la politica possa fare qualcosa se non ascolta i propri cittadini ?
Per il PSNAI “un ruolo determinante è necessariamente affidato ai Comuni e alla loro capacità di attivare attorno al Piano soggetti quali il mondo del terzo settore, le forze sociali ed economiche, le fondazioni bancarie ed in generale tutte le reti associative, comunitarie, professionali, anche di natura informale, esistenti ed operanti nel rispetto ambito territoriale”, però sembra che non sia sempre così…

La Fondazione con il Sud, col bando ‘Riabitare il Sud’ in scadenza il 16 luglio, offre 8 milioni di euro per progetti nelle regioni meridionali e la manifestazione di interesse va fatta da un Ets (ente terzo settore) registrato al Runts (registro unico nazionale terzo settore), insieme ad altri due Ets e tre comuni contigui che non superano i 20.000 abitanti e hanno almeno un centro Sai (sistema accoglienza integrazione). Nel Calatino ci sono diversi piccoli comuni che possono partecipare al bando ma, visto che un mese fa sul territorio non se ne parlava in alcun modo, un cittadino di Mirabella Imbaccari impegnato nel volontariato pensò di organizzare un incontro pubblico invitando le amministrazioni comunali e tutte le associazioni di Mirabella, San Cono e San Michele di Ganzaria per discuterne insieme. Incredibilmente le tre amministrazioni comunali non parteciparono all’incontro e forte emerse la delusione delle varie associazioni presenti perché l’assenza dei tre Comuni risultò irrispettosa verso i cittadini che desiderano collaborare insieme (comportamento indicativo di una politica che, se da un lato predica massima apertura, dall’altro opera senza ascoltare direttamente i cittadini su temi che toccano un’intera comunità).

Se qualche amministratore ha contatti diretti con le cooperative, quando si tratta di bandi pubblici non accade mai che se ne parli con i cittadini per una programmazione condivisa e partecipata. Sembra che in precedenza uno dei tre sindaci sia stato informato sul bando da una cooperativa e, volendo partecipare come ente, ne avesse parlato direttamente ai suoi due colleghi, ritenendo superfluo e inutile incontrare le associazioni. Potremmo definire un ingenuo idealista il cittadino che ha informato del bando anche l’Unione dei Comuni del Calatino, formata da nove comuni e ritenuta un inutile carrozzone perché non produce risultati … come si può cambiare la Sicilia se la politica continua a comportarsi così ? Ci meritiamo allora lo spopolamento ma non lamentiamoci per favore, in fondo qui ‘si campa d’aria’ e ne siamo ben lieti.