
Una famiglia imperfetta, ma vera.
Mercoledì 10 settembre alle ore 21, nella suggestiva cornice di Villa Patti a Caltagirone, la compagnia teatrale amatoriale “Show People” porterà in scena la commedia brillante “A famigghia difittusa”, per la regia di Giusy Aliotta. Lo spettacolo, ricco di ironia e colpi di scena, esplora con leggerezza le dinamiche di una famiglia tutt’altro che perfetta, regalando al pubblico una serata all’insegna del buonumore. L’ingresso è gratuito e l’evento è patrocinato dal Comune di Caltagirone.
Questa commedia non è solo una sequenza di gag e battute: è uno specchio deformante ma sincero della nostra umanità. Ogni personaggio, con il suo “difetto”, racconta una verità che spesso preferiamo nascondere. Santino, con la sua arroganza goffa, è il simbolo di chi cerca di controllare ciò che non capisce. Assunta, con la sua ironia tagliente, incarna la forza delle donne che reggono il peso emotivo della famiglia. Massimo, balbuziente, ci ricorda che la fragilità non è debolezza, ma una forma diversa di coraggio. Lavinia è la voce della pazienza, dell’amore che non si arrende davanti all’assurdo. E il nonno, con il suo tremolio e il suo occhio solo, è la memoria che resiste, anche quando il corpo vacilla.
Questi personaggi non sono caricature: sono archetipi. Rappresentano le tensioni, le incomprensioni, ma anche l’affetto profondo che tiene insieme le famiglie, nonostante tutto. La comicità nasce dal contrasto tra ciò che vorremmo essere e ciò che siamo davvero. E in quel contrasto, il pubblico ride… ma anche si riconosce.
“A famigghia difittusa” ci insegna che non esistono famiglie perfette. Esistono solo legami imperfetti, tenuti insieme da gesti, sguardi, e da quella risata che, a volte, è l’unico modo per sopravvivere. I primi a trarne insegnamento sono gli stessi attori protagonisti della messa in scena della commedia. Descrivendo il proprio personaggio e aggiungendo una piccola riflessione personale, ecco cosa hanno dichiarato.
Mario Ligama – Santino Colluccello
“Santino è il classico uomo che vuole comandare… ma non comanda nemmeno il telecomando! Interpretarlo è stato come entrare in una giostra di equivoci e risate. È testardo, confusionario, ma alla fine ha un cuore grande. Ogni battuta è una piccola verità travestita da scherzo. Il pubblico ride, ma si riconosce. E questo è il bello: raccontare la nostra Sicilia con ironia, ma anche con affetto.”
Franca Di Caudo – Assunta Patata in Colluccello
“Assunta è la regina della casa, anche se spesso sembra più una guerriera in trincea! Tra l’amore per sua figlia Lavinia e il desiderio di vederla ‘sistemata’ è lei che tiene in piedi la baracca. Mi sono divertita tantissimo a darle voce: è forte, sarcastica, ma profondamente umana. Il suo modo di amare è ruvido, ma sincero. Pronta ad stendere ponti a mediare e se serve, ad imporsi. E poi… a dirla tutta, chi non ha una ‘Patata’ in famiglia?”
Santo Palio – Massimo Scassamento
“Massimo… ehm… è un ragazzo che… che… balbetta, sì, ma non si ferma mai! Interpretarlo è stato un viaggio tra comicità e tenerezza. La sua balbuzie è il suo ostacolo, ma anche la sua forza: riesce a dire cose che gli altri non osano, anche se ci mette un po’ più di tempo. Tenero e innamorato trasmette tenerezza. Il pubblico lo ama perché è vero, buffo, e alla fine… riesce sempre a farsi capire. Anche senza parole.”
Cettina Castagna – Lavinia Colluccello
_”Lavinia è la fidanzata di Massimo, e diciamolo: ci vuole coraggio! Ma anche tanta dolcezza. È una ragazza moderna, ironica, che sa stare al passo con i guai e le stranezze della famiglia Colluccello. Mi piace il suo modo di affrontare tutto con un sorriso e una battuta pronta. È il ponte tra il caos e la normalità… se esiste davvero una normalità in questa famiglia!”
Peppe Failla – Nonno di Massimo
_”Il nonno… ah, il nonno! Tremola, vede solo da un occhio, e dice cose che sembrano uscite da un altro secolo. Schietto e sincero. Ma è lui il cuore pulsante della famiglia. Ogni sua frase è un gesto di spontaneità e trasparenza, ogni gesto una poesia storta. Interpretarlo è stato come danzare sul filo dell’assurdo, ma con una tenerezza che arriva dritta al cuore. È il personaggio che non ti aspetti, quello che con i suoi gesti ti strappa una risata, quello che non puoi dimenticare.”
Giusy Aliotta – Regista e interprete della Signora Marcchia
“La Signora Marcchia è l’ombra che attraversa la commedia: vestita di nero, profetessa di sventure, è il personaggio che porta il grottesco al confine col surreale. Interpretarla è stato come dare corpo alle paure che spesso si nascondono dietro il sorriso. Ogni sua apparizione è un presagio, ma anche una provocazione: ci ricorda che ridere dei nostri timori è il primo passo per esorcizzarli. Come regista, ho voluto che ogni personaggio fosse una piccola verità, anche se deformata. Il teatro, per me, è questo: un luogo dove si può dire tutto, anche ciò che nella vita si tace.”
Francesca Giarratana – interpreta la Signora Rosa Marruni, madre di Massimo
“La Signora Rosa Buffa è una madre claudicante nel corpo ma reattiva nell’anima. Il suo passo incerto è il simbolo di una maternità vissuta nel contesto di una famiglia piena di difetti, ma fiera. Portarla in scena è stato non solo divertente, un atto di amore verso tutte le donne che, pur zoppicando, continuano a camminare per i figli. Come giornalista e blogger, racconto storie di cucina e tradizione; come (aspirante) attrice, ho voluto raccontare una storia di cuore e resistenza. Rosa Buffa non è solo un personaggio comico: è una donna che ha imparato a sorridere anche quando la vita le ha tolto il ritmo.”
Alessandro Pietra – interprete di Stefano Scassamento
_”Stefano Scadsamento è un padre gobbo, goffo, e apparentemente ridicolo. Ma dietro la sua postura c’è una metafora potente: il peso delle responsabilità, delle aspettative, delle parole non dette. Interpretarlo è stato un esercizio di ascolto del corpo, ma anche dell’anima. Ogni movimento storto, ogni gesto esagerato, è una richiesta d’attenzione. Stefano non è solo un padre buffo: è un uomo che ha dovuto sopportare le battute scontate sulla sua gobba, ma non la voglia di esserci. E in questo, credo, il pubblico lo riconosce. Perché tutti, almeno una volta, ci siamo sentiti come lui, piegati… ma mai spezzati.”
Daniela Primo – Suggeritrice della commedia
“Essere suggeritrice in “A famigghia difittusa” è come stare dietro le quinte di un cuore che batte. Ogni battuta che accompagno, ogni pausa che anticipo, è un piccolo respiro condiviso con gli attori. Il mio ruolo è silenzioso, ma fondamentale: sono la voce che sostiene, che ricorda, che rassicura. In questa commedia, ho visto crescere non solo personaggi, ma persone. E quando il sipario si apre, so che dietro ogni risata c’è anche un frammento di verità che abbiamo costruito insieme.”
“A famigghia difittusa”, come abbiamo detto più volte, non è solo uno spettacolo: è un atto d’amore verso la comunità, la lingua, le imperfezioni che ci rendono umani. È il racconto di una Sicilia che ride di sé stessa, ma lo fa con dignità e intelligenza. Ogni personaggio, ogni gesto, ogni battuta è un invito a guardarsi dentro e a riconoscere che, in fondo, siamo tutti parte di una famiglia difettosa… ma autentica.
Il palcoscenico di Villa Patti diventa così un luogo di incontro, di memoria e di speranza, dove il teatro amatoriale dimostra di avere una voce potente, capace di emozionare, divertire e unire. E mentre gli attori si preparano a salire in scena, il pubblico si prepara a lasciarsi coinvolgere, a ridere, a riflettere.
Perché in questa famiglia, c’è posto per tutti. Anche per chi, come noi, arriva da spettatore… e se ne va con un sorriso, un po’ più partecipe e diciamolo: ‘Tanticchia’ migliore…