
L’evoluzione demografica di Caltagirone dal 1861 a oggi racconta una storia fatta di crescita, crisi, migrazioni e cambiamenti sociali. All’epoca dell’Unità d’Italia, la città contava circa 22.000 abitanti, un numero che la collocava tra i centri più popolosi dell’isola.
La tendenza positiva proseguì fino a raggiungere, nel 1901, un picco di 41.879 abitanti. Tuttavia, con l’avvento del fascismo, durante il primo decennio del regime si registrò un crollo demografico che riportò la popolazione a 36.118 unità.
Boom edilizio e crisi economica
Nel secondo dopoguerra, Caltagirone recuperò parte dei residenti persi, tornando quasi ai livelli di inizio secolo. Ma tra gli anni ’60 e ’70, il mancato sviluppo economico spinse molti cittadini a emigrare verso il Nord Italia (soprattutto Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna), ma anche verso la Germania e l’Australia.
Negli anni ’80, si assistette a una nuova fase di crescita, grazie soprattutto all’espansione edilizia, con la nascita della cosiddetta “città nuova” e all’ampliamento dei servizi e delle attività commerciali.
Un centro ancora importante, ma in calo
Oggi, come molti altri comuni siciliani, Caltagirone vive un trend demografico negativo. Nonostante ciò, rimane tra i 25 comuni più popolosi della Sicilia. È un punto di riferimento sia all’interno della Città metropolitana di Catania, sia nel contesto della Sicilia centro-meridionale, dove rappresenta uno dei centri principali, soprattutto nell’entroterra.
Immigrazione: un nuovo volto per la città
A partire dagli ultimi decenni del Novecento, Caltagirone è stata interessata anche da flussi migratori. Le prime comunità arrivate furono quelle albanesi e srilankesi. Quest’ultima è ormai radicata da tempo, anche grazie alla condivisione della religione cattolica, storicamente dominante nella città.
Dai primi anni 2000, sono aumentate le presenze provenienti dall’Europa orientale (in particolare dalla Romania) e dall’Africa subsahariana. I cittadini romeni sono oggi il gruppo straniero più numeroso, superando perfino quello srilankese.
La piramide delle età: uno specchio della società
Il grafico in basso – noto come Piramide delle Età – mostra la distribuzione della popolazione residente a Caltagirone per età, sesso e stato civile al 1° gennaio 2023. I dati derivano dal Censimento permanente della popolazione.
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L’asse Y rappresenta le classi quinquennali d’età.
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L’asse X mostra due grafici a barre speculari: maschi a sinistra, femmine a destra.
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I colori distinguono lo stato civile: celibi/nubili, coniugati, divorziati e vedovi.
Questa struttura grafica riflette l’andamento storico della popolazione. In Italia, fino agli anni ’60, la piramide aveva una forma ampia alla base, tipica delle popolazioni giovani, per poi restringersi gradualmente verso l’alto. Oggi, la base si è assottigliata, segno di una ridotta natalità.
Per motivi statistici:
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Le persone in unione civile sono conteggiate tra i coniugati.
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Quelle non più unite civilmente per scioglimento o decesso del partner, tra i divorziati e vedovi.
Struttura per età: giovani, adulti e anziani
Un altro elemento importante è la struttura per età, che suddivide la popolazione in tre fasce:
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Giovani (0-14 anni)
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Adulti (15-64 anni)
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Anziani (65 anni e oltre)
A seconda del rapporto tra queste fasce, si definisce se la popolazione è:
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Progressiva, quando i giovani sono più degli anziani;
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Stazionaria, se le due fasce si equivalgono;
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Regressiva, quando gli anziani superano i giovani.
Queste proporzioni sono fondamentali per valutare l’impatto demografico sul sistema sanitario, lavorativo e sociale. Una popolazione anziana, ad esempio, comporta una maggiore pressione sui servizi sanitari e una minore forza lavoro attiva.