Succede a Catania: centro bevande si trasforma in…

Centro storico o… centro dello spaccio? La scoperta choc nel cuore della città.

Nel cuore pulsante del centro storico, tra vetrine e passanti, si nascondeva un vero e proprio minimarket della droga. Non una piazza qualunque, ma un’attività commerciale regolarmente aperta al pubblico, trasformata – secondo gli investigatori – in un’insospettabile centrale dello spaccio. A smascherare il giro illecito sono stati gli agenti della Polizia di Stato, impegnati in un’attività di controllo mirata nel quartiere San Berillo, tristemente noto per episodi simili, ma stavolta con un risvolto davvero inaspettato.

A finire in manette è stato un uomo di 39 anni, originario di Mauritius, con precedenti penali. Nella sua attività, ufficialmente un centro di vendita alimenti e bevande, i poliziotti hanno trovato quasi 2 chili di marijuana, già pronta per essere smerciata. A fiutare l’inganno – è proprio il caso di dirlo – è stato Maui, il cane antidroga dell’unità cinofila, che ha guidato gli agenti fino al bagno del negozio, dove erano nascoste decine di bustine. Ma la vera sorpresa era ancora da scoprire: nel sottotetto dell’esercizio, ben occultata, una busta contenente quattro involucri di marijuana dal peso complessivo di 1,7 chili.

Il copione sembrava scritto: bilance di precisione, macchina per il sottovuoto, contanti (720 euro) ritenuti provento dell’attività illecita. Il tutto all’interno di un negozio frequentato da un insolito andirivieni di “clienti” che, curiosamente, uscivano a mani vuote.

All’esito dell’intervento, l’uomo è stato arrestato per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. Il giudice, nell’udienza di convalida, ha disposto nei suoi confronti la misura cautelare degli arresti domiciliari, in attesa degli sviluppi giudiziari.

E non finisce qui: nel corso della stessa operazione, sempre a San Berillo, in via Pistone, un giovane catanese di 24 anni è stato trovato in possesso di una piccola quantità di droga. Per lui è scattata la sanzione amministrativa e la segnalazione in Prefettura.

Una vicenda che accende nuovamente i riflettori sulla zona e sulla capacità delle forze dell’ordine di scoprire come, anche dietro le serrande di un comune esercizio commerciale, possa nascondersi un sistema ben rodato e pericolosamente mimetizzato.