
Caltagirone e dintorni mostrano che cambiare è possibile, quando cittadinanza attiva e buona amministrazione vanno nella stessa direzione.
Mentre la Sicilia lotta ancora con emergenze rifiuti, impianti insufficienti e l’ombra di nuovi inceneritori, dal territorio del Calatino arriva un segnale forte e chiaro: una Sicilia diversa esiste, ed è già in cammino. Lo conferma il nuovo dossier “Comuni Ricicloni Sicilia 2024” pubblicato da Legambiente, che ogni anno premia i comuni più virtuosi nella raccolta differenziata. E tra le pagine del rapporto, il Calatino brilla come esempio positivo.
A fare notizia è innanzitutto Caltagirone, che con il 66,9% di raccolta differenziata entra nella lista dei Comuni Ricicloni, confermando una crescita importante rispetto al passato. Un risultato che – seppur migliorabile – mostra che anche i centri di media grandezza, se ben amministrati e supportati da cittadini responsabili, possono cambiare passo.
Ma il vero fiore all’occhiello arriva dai piccoli e medi comuni del territorio, che si collocano stabilmente oltre la soglia del 70%, alcuni entrando addirittura nel gruppo d’élite dei “Rifiuti Free”, ossia quei comuni che producono meno di 75 kg di rifiuti indifferenziati per abitante all’anno.
Ecco alcuni esempi virtuosi:
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San Michele di Ganzaria: 80,1% di raccolta differenziata e 74 kg pro capite di rifiuti indifferenziati – uno dei migliori dati del Calatino.
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Licodia Eubea: 79,5% e 63,6 kg/abitante – da anni un modello.
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San Cono e Castel di Iudica, entrambi sopra il 76%, con indifferenziato sotto la soglia critica.
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Grammichele, tra i comuni più attivi, con il 78% e un dato contenuto di secco residuo (80,4 kg).
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Palagonia, Mineo, Militello in Val di Catania e Ramacca, tutti tra il 70% e il 72,6%, segno che il lavoro di squadra funziona.
Non è un caso che la SRR Catania Provincia Sud, il consorzio che raggruppa la maggior parte dei comuni del Calatino, sia stata premiata nel dossier per aver superato la soglia del 70% di RD. Un riconoscimento che valorizza non solo i numeri, ma anche il metodo: raccolta porta a porta, isole ecologiche, sensibilizzazione nelle scuole, e – dove attiva – anche la tariffa puntuale.
Eppure, nonostante questi successi, la regione continua a spingere su un modello sbagliato: discariche e inceneritori, invece di impianti per il compostaggio, il recupero e il riciclo. Una scelta che rischia di penalizzare proprio i territori più virtuosi, come il nostro, che hanno scelto con coraggio la via della sostenibilità.
Il messaggio che arriva dal Calatino è chiaro: la transizione ecologica non è un’utopia, è già in corso. Ma servono investimenti, impianti adeguati, incentivi per chi differenzia davvero. E soprattutto serve che chi prende decisioni a Palermo e a Roma ascolti chi, sul territorio, dimostra ogni giorno che l’economia circolare è possibile.
A Caltagirone e nel Calatino c’è una comunità pronta a fare la sua parte. Ora tocca alle istituzioni non lasciarla sola.