
Abbiamo raccolto la testimonianza di Aurora, una madre siciliana che incarna il dolore di vedere andare via il figlio in cerca di fortuna altrove.
In Sicilia la disoccupazione resta un problema serio che da anni colpisce intere generazioni. Se un tempo si poteva ancora sperare in un futuro dignitoso nella propria terra, oggi adulti e giovani sono spesso costretti ad accontentarsi di impieghi precari. Le opportunità scarseggiano, e quel poco che c’è è spesso instabile, mal pagato o privo di prospettive. Mentre gli adulti si adattano a qualsiasi lavoro pur di restare, i giovani, privi di alternative, fanno le valigie. È un esodo silenzioso ma continuo, che sta svuotando la Sicilia delle sue energie migliori. Dietro ogni partenza ci sono storie di sacrifici, di lacrime trattenute, di famiglie spezzate.
“Il giorno che sono diventata mamma è stato il giorno più bello della mia vita, e mai avrei immaginato che un giorno mi sarei dovuta separare da mio figlio. Dopo il diploma è stato subito chiaro che qui in Sicilia non c’erano reali prospettive, e dopo mesi di tentativi, mio figlio ha iniziato a mandare curriculum in altre regioni, finché è stato chiamato per un lavoro nel centro Italia. Sono passati tre anni da allora, e pian piano ha imparato a cavarsela da solo, a gestirsi senza di me. Quando torna, la mia gioia è immensa, ma poi arriva puntuale il giorno della partenza, e il mio cuore si spezza. Lo accompagno alla stazione con il sorriso, per non fargli sentire il peso della mia sofferenza, ma dentro di me urlo di rabbia e dolore. So che la sua vita si sta costruendo altrove, lontano da casa, e che sarà sempre più difficile vederci con frequenza. Sono felice che abbia un lavoro stabile, che sia rispettato e sereno. Ma il mio cuore di madre lo vorrebbe qui, vicino a me. Invece, non mi resta che accettare la distanza e trovare dentro di me la forza di convivere con la sua assenza.
Ogni riferimento a nomi, fatti o situazione è puramente casuale [ndr]