
La Sicilia vive da anni una profonda crisi demografica. Un dato sempre più evidente, confermato regolarmente dai bilanci ISTAT e dai censimenti ufficiali: la popolazione regionale è scesa stabilmente sotto i 5 milioni di abitanti, e continua a calare.
Dove e perché si svuota l’isola
In molte aree dell’isola il declino è ancora più marcato. Esaminando i dati su base locale, emergono comuni che in appena dieci anni hanno perso intere fasce di popolazione, con cali che superano anche il 10-15%.
Le cause sono note e diffuse:
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Giovani che lasciano l’isola per studiare o cercare lavoro altrove.
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Famiglie che scelgono di costruire un futuro fuori dalla Sicilia.
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Pensionati che si trasferiscono in regioni dove la qualità della vita appare migliore.
Il risultato? Comunità sempre più piccole, anziane e fragili, con servizi pubblici ridotti e un’economia locale in affanno.
Il nostro focus: la Sicilia centromeridionale
Per comprendere da vicino questa trasformazione, abbiamo scelto di osservare sei comuni della Sicilia centromeridionale:
Mirabella Imbaccari, Piazza Armerina, San Michele di Ganzaria, Caltagirone, Niscemi e Gela.
Questi centri appartengono all’area occidentale dell’ex Val di Noto e rappresentano casi emblematici del fenomeno di spopolamento.
Com’era un secolo fa: 1921–1951
Guardare al passato può aiutare a capire quanto è cambiato il volto demografico di questi territori.
Secondo i dati ISTAT del 1921 (fonte: Wikipedia), la situazione era la seguente:
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Piazza Armerina: 38.080 abitanti
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Caltagirone: 36.434
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Gela: 25.902
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Niscemi: 17.230
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Mineo: 11.875
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Mirabella Imbaccari: 8.270
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San Michele di Ganzaria: 5.057
All’epoca, Piazza Armerina e Caltagirone erano tra i principali centri della zona, mentre Gela non aveva ancora vissuto il boom industriale che l’avrebbe trasformata. I centri più piccoli, come Mineo e Mirabella Imbaccari, contavano già numeri significativi.
Nel 1951, con la nascita della Repubblica e importanti trasformazioni economiche e istituzionali, il quadro cambiò sensibilmente:
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Piazza Armerina perse quasi il 30% della popolazione (26.738 abitanti), forse anche a causa dell’istituzione della nuova provincia di Enna.
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Gela crebbe esponenzialmente del 68% (43.678 abitanti), grazie all’arrivo dell’industria ANIC.
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Niscemi registrò un +38% (23.928 abitanti), Caltagirone un più contenuto +13% (41.434 abitanti).
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Gli altri comuni videro variazioni minori, con piccole perdite o lievi aumenti.